F.A.Q.

Si può guarire dalla vulvodinia?

Sì.

Ogni volta che cerchi informazioni online, sui social o sui forum, tieni a mente che quello che leggi riguarda una piccola percentuale di persone nella tua stessa situazione. Di tutte le persone guarite, di tutte quelle che hanno voluto semplicemente dimenticare di averne sofferto, delle loro storie e dei loro traguardi non c’è traccia.
Siamo qui anche per ricordarti questo: si può guarire anche se spesso ti sembrerà di leggere solo il contrario.

Dopo quanto tempo dall’inizio della cura si vedono i primi risultati?

Ogni donna è a sé.
Molte hanno avuto risultati velocemente, altre hanno richiesto più tempo.
Sicuramente l’inizio di una terapia adeguata migliora sensibilmente la sintomatologia e, anche se la guarigione completa richiede più tempo, la qualità della vita tende comunque a migliorare notevolmente.
In alcuni casi, anche durante la cura è possibile svolgere una vita normale: l’essere “in cura” non significa doversi precludere sempre tutto quello che la patologia mina: molte donne riprendono ogni attività all’interno del periodo di cura stesso interrompendo ogni intervento farmacologico, fisioterapico o di altro tipo solo dopo essersi accertate che i sintomi non ricompaiano alla ripresa di tali attività.
Non spaventarti quindi se ti capiterà di leggere di cure protratte per molto tempo: non sono indicative di quanto ci impiegherai TU a guarire e magari resterai piacevolmente sorpresa per quanto in fretta ti libererai del problema.

Soffro di vulvodinia, posso assumere la pillola?

Non tutte le donne che soffrono di vulvodinia reagiscono alla contraccezione ormonale alla stessa maniera ma è bene che sia lo specialista a indicare quale sia il metodo più sicuro per la propria condizione.
Non tutte le pillole sono uguali!
Nei metodi contraccettivi che contengono sia estrogeni che progesterone si va ad inibire completamente la produzione degli ormoni a livello ovarico e questo fa sì che a livello locale, quindi a livello della mucosa, ci sia una minore disponibilità di questi ormoni.
Per le donne con vulvodinia, una minore disponibilità di estrogeni a livello locale potrebbe provocare scarsa lubrificazione e assottigliamento delle mucose rendendole più fragili, quindi più predisposte a infiammazioni e a lacerazioni.
Sono effetti collaterali che possono riscontrarsi anche in donne non vulvodiniche, ma che in presenza di una patologia simile possono creare più fastidi. Consigliamo quindi di seguire i consigli dello specialista riguardo il contraccettivo più adatto alla singola persona, perché non c’è una regola generale valida per tutte.

Ne abbiamo parlato in questo articolo

Soffro di vulvodinia, posso prendere antibiotici?

Gli antibiotici non causano direttamente vulvodinia ma un loro uso improprio e/o ricorrente altera l’ecosistema intestinale e, di conseguenza, quello vaginale e può predisporre alla candidosi vulvovaginale e/o a vaginiti ricorrenti.
Questo accade perché gli antibiotici riducono il Lactobacillus spp, batterio buono che normalmente protegge l’ecosistema vaginale e previene il rischio di colonizzazione da parte di germi intestinali e di lieviti.

Se soffri di vulvodinia e ti è stata prescritta una cura antibiotica, consultati con lo specialista che ti segue per la vulvodinia per ricevere dei consigli sulle buone pratiche per prevenire gli effetti indesiderati.

Perché la vulvodinia non è riconosciuta e non dispone di alcun livello di assistenza?

Ce lo chiediamo anche noi.
L’Associazione Italiana Vulvodinia Onlus ha già richiesto il riconoscimento in passato ma l’interrogazione parlamentare non è andata a buon fine.
Uno dei motivi per cui la condizione delle vulvodiniche non è presa in considerazione dalle istituzioni potrebbe essere proprio il fatto che questa patologia resti sottotaciuta, non riesca ad emergere e a far parlare di sé.
Di conseguenza, la consapevolezza di quanto impatti nella vita delle persone è nota solo a chi ne soffre.
Come spesso è già accaduto per altre patologie tipicamente femminili e altrettanto invalidanti, il dolore nella donna viene considerato “normale” e le stesse donne crescono con questo concetto ben saldo in mente e finiscono per non dar troppo peso ai primi sintomi e accettarli come se fossero dovuti. Trascurarli fino a ritrovarsi in una condizione limitante.
Questa iniziativa nasce per sensibilizzare sul tema del dolore cronico femminile e per sostenere l’AIV nella battaglia per il riconoscimento della patologia perché siamo fermamente convinte che tutto passi attraverso una corretta informazione, senza la quale non c’è diritto, neanche quello alla cura.


Per approfondire, qui abbiamo riassunto la storia travagliata della vulvodinia

Come posso restare aggiornata sulle iniziative di VULVODINIA ONLINE?

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